Antonino Canavacciuolo è certamente uno dei personaggi più in primo piano del momento nel campo della cucina. Infatti il pluristellato chef napoletano è il conduttore del popolare profìgramma trasmesso su sky "Cucine Da Incubo" e sarà insieme a Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri il giudice dalla prossima edizione di Masterchef Italia, anche questo trasmesso dalla televisione satellitare dell'australiano Rupert Murdoch.
Ed è proprio per registrare un episodio dell'ultima stagione del suo famoso programma che è giunto al "Totem pub" di Carignano, un piccola città poco distante da Torino.
Ed è proprio per girare un episodio della nuova stagione di Cucine Da Incubo che è giunto nel torinese, più precisamente a carignano, città poco distante da Torino.
A contattarlo è stato il pub "Il Totem" per risolvere alcuni problemi interni, da ciò che ho sentito si trattava di sporcizia nelle cucine, dove erano presenti animali e talvolta addirittura peli nei piatti! La sua permanenza nel paese è stata breve, solamente un fine settimana, ma gli è bastato per risolvere i problemi interni del locale, rimettendolo completamente a nuovo cambiando interni ed esterni, e ritagliando anche un po'di tempo alle foto per i molti fan che sono andati a vederlo.
Nella foto si possono vedere i cambiamenti apportati al pub dopo la fine delle riprese
A questo punto non ci resta che attendere pazientemente l'arrivo della nuova stagione della serie, non perdetela!
Paolo Brussino
Tanto facile dare la definizione di una parola, quanto difficile capire gli effetti che ne derivano.
La paura, ma allo stesso tempo la voglia irrefrenabile di rivelarsi al mondo per chi davvero si è.
Basta scrivere "coming out" su un qualunque sito di raccolta immagini, e come spesso succede, quelle fotografie dicono di più di mille parole.
Immagini di libertà, soddisfazione, respiro. Uscire dal segreto è senza dubbio piacevole, ma a quale costo? Le domande arrivano una dopo l'altra, infrenabili: cosa faranno i miei amici? Cosa penseranno di me i miei genitori?
Tuttavia, non è tanto difficile immaginare che le opinioni delle persone sul tema dell'omosessualità varino in base al livello di cultura e di istruzione. Ma quanto è determinante il luogo di provenienza dei genitori, quando si tratta di accettare o meno proprio figlio?
Molto, a quanto pare, secondo le interviste di Culture Beats. Una donna degli Emirati Arabi dice che ucciderebbe suo figlio, se lo scoprisse gay, mentre una proveniente dall'Azerbaigian afferma che lo porterebbe dal dottore. Tuttavia c'è da riconoscere che la netta maggioranza della popolazione si dichiara completamente disposto e aperto ad accettare un'eventuale omosessualità del proprio figlio.
L'Italia invece, con un divertente video risposta, ha come sempre dato prova della propria simpatia ed disinformazione.
Ma se fare coming out è difficile per chi deve rivelare la propria
vera identità ad una stretta cerchia di persone, cosa deve essere
fare coming out davanti al mondo intero? Pregiudizi, disgusto, odio,
è anche questo ciò che le celebrità che non riescono più a vivere
nel segreto devono sopportare dopo che si dichiarano.
E' lunga la lista di personalità inglesi e americane che escono
dal "closet".
Il cantante libanese Mika, nel 2012,
durante un'intervista al settimanale Instinct, ha parlato senza tabù
della propria omosessualità, e quello fu il suo coming out
ufficiale.
Anche Neil Patrick Harris, che interpreta l'ambito scapolo Barney Stinson nella serie tv How I Met Your Mother, ha ammesso di essere
tutt'altro che etero, e si è anche esposto in un video per MTV in
cui parla di un ragazzo che si è tolto la vita perchè non accettato per la propria sessualità.
Degno di nota è anche Jim Parsons, che interpreta il
meraviglioso Sheldon Cooper in The Big Bang Theory, fidanzato da
dieci anni con il compagno Todd Spiewak.
Ma al primo posto in assoluto nella mia classifica dei coming out c'è Ellen Page, che tutti noi abbiamo visto con il pancione in Juno. Vi lascio con la sua intervista da Ellen Degeneres, sperando che mentre il mondo avanza, si avrà sempre più il coraggio di essere se stessi.
Non si deve dimenticare che gli atti di violenza contro le donne sono ancora molto frequenti, secondo i dati dell’Istat sono quasi 7 milioni coloro che hanno subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza. Nonostante ciò se ne parla ancora troppo poco. Le violenze non sono solo fisiche e sessuali ma anche psicologiche e non sempre le donne hanno la forza di denunciarle.
Nella maggior parte dei casi gli abusi avvengono all’interno delle case da parte di mariti, fidanzati, parenti e conoscenti.
Per celebrare la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1999, sono stati organizzati molti eventi nella Città di Torino e Provincia.
In questa occasione presso la Biblioteca civica A. Arduino di Moncalieri, mercoledì 25 novembre 2015 è stato organizzato un incontro di letture ed esperienze al quale ho partecipato: “Leggere per non dimenticare”.
Con questa iniziativa, come dice la responsabile della Biblioteca Giuliana Cerrato, “Chiunque voglia dare un contributo per non dimenticare le donne vittime di violenza è invitato a partecipare leggendo brani di romanzi, poesie, scritti personali o a raccontare delle testimonianze”.
E' stata significativa la presenza delle ragazze del Servizio Civile Nazionale e del gruppo di lettura della biblioteca; ha partecipato anche l’Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità, Laura Pompeo.
La responsabile della biblioteca presenta l'iniziativa
Nella sala conferenze le sedie disposte a cerchio hanno creato un’atmosfera accogliente e piacevole, ognuno ha indossato un accessorio bianco come gesto simbolico: si comincia a leggere.
A turno i partecipanti leggono frammenti toccanti e incisivi che riguardano storie reali di donne stuprate, massacrate, uccise... situazioni drammatiche che lasciano un amaro in bocca.
“E’ solo un po’ geloso, ma in realtà mi ama” una frase tipica di donne maltrattate che non riescono e non hanno il coraggio di ammettere a loro stesse che quello non è amore, ma una forma di possesso ossessivo.
Momenti come questi permettono di dialogare, scambiarsi delle idee e aiutano a capire che anche in situazioni drammatiche non bisogna tacere.
Alla sera, per dare una luce di speranza a donne sole che vivono momenti particolarmente difficili, sono stati posti attorno alla biblioteca dei lumini.
Ogni donna ha una luce diversa, un battito del cuore differente, ogni donna ha un lato nascosto e misterioso, ma c'è una cosa che esigono allo stesso modo... Il rispetto!
Gli alisei sono venti, regolari in direzione e costanti in intensità, spirano nell'emisfero boreale da nord-est verso sud-ovest e nell'emisfero australe da sud-est verso nord-ovest. Sono stati importantissimi nella navigazione oceanica a vela, come prova il fatto che le circumnavigazioni del Globo venivano normalmente effettuate andando verso ovest. Conosciuti da lungo tempo, furonocsfruttati anche da Cristoforo Colombo, per i suoi viaggi verso le Indie, che portarono alla scoperta dell'America.
Gli alisei sono importantissimi anche per la pesca, infatti spingono le masse oceaniche creando zone molto ricche di pesce (come upwelling).
Nella moderna lingua inglese sono chiamati trade winds, ovvero i venti del commercio, in quanto fin dall'antichità hanno favorito gli scambi commerciali dei continenti affacciati sull'Atlantico.
Hanno una velocità media di 30 km/h ma, per esempio, nell'arcipelago delle isole Canarie raggiunge picchi di 50-60 km/h.
QUANDO: da Est verso Ovest a metà novembre;
Da Ovest verso Est metà aprile DA DOVE: metà novembre dalle isole Canarie per
le Piccole Antille;
metà aprile da St. Martin per isole Azzorre; DURATA: dai 16 ai 22 giorni;
Novembre è il primo mese adatto per compiere la difficile, ma senza dubbio fantastica, traversata atlantica. I velisti più intrepidi attraversano l’oceano lasciandosi alle spalle le isole Canarie, abbandonano il continente, per raggiungere i Caraibi e per veleggiare nel paradiso delle Piccole Antille.
-La regola della traversata atlantica è che non ci sono regole-
E' un viaggio che scuote l'individuo dentro e che imprime nella sua mente immagini che solo lontano da tutto e da tutti si possono catturare. "Nelle notti, quando a poppa l'Aliseo soffia deciso, il mare ha il rumore di una grande cascata ed è imbiancato dalla spuma dei frangenti che riflettono con la luna."
13 novembre; una data che i Francesi ricorderanno molto a lungo. Ieri sera, verso le 22, per i cittadini di Parigi inizia l'incubo: 3 attentati simultanei, con obbiettivi pubblici e dove la gente si reca quotidianamente, come bar e ristoranti.
Il primo attacco, una sparatoria con kalashnicov in un ristorante;il secondo attacco, un altra sparatoria ,la più sanguinosa ,nei pressi della sede di Charlie Hebdo, nel Bataclan, una nota sala concerti; terzo attacco, nella rue de Charonne.Bilancio vittime, secondo le stime: 18 morti, più un numero imprecisato di feriti e ostaggi.
Questo numero salirà vertiginosamente prima della fine della nottata: tre esplosioni squarciano la notte presso lo stadio Stade de France, dove si sta svolgendo l'amichevole Francia-Germania; qui i morti si contano a decine (almeno 40 morti); finalmente si incomincia a capire chi ha portato l'attacco: sembra che siano 8 terroristi, 4 morti kamikaze nelle esplosioni allo stadio, gli altri 4, mandanti delle varie sparatorie, asserragliati nel Bataclan con almeno 100 ostaggi.
E proprio mentre la polizia inizia a organizzarsi per liberarli, si sentono dei colpi dall'interno: i terroristi iniziano a fare vere e proprie esecuzioni sugli ostaggi; è il panico.
Dagli ostaggi arrivano messaggi e twitter di puro terrore con notizie scioccanti su quel che succede.
Finalmente, il blitz della polizia: tre terroristi si fanno infine esplodere, uno muore colpito da un proiettile. Il bilancio finale è terribile: 128 morti, 250 feriti di cui 99 in condizioni gravi.
Il presidente francese Hollande fa intensificare le misure di sicurezza in tutto il paese.
Infine arrivano le testimonianze degli ostaggi liberati.
14 novembre: Parigi si sveglia distrutta da questa notte di sangue; i soldati e la polizia pattugliano le strade; le partenze dei voli sono tutte sballate, e i controlli sono intensissimi; si respira aria di paura.
Dall'Italia, dalla Germania e dalla Russia arrivano promesse di sostegno e aiuti; il papa "un attacco alla pace di tutta l’umanità" e " c'è bisogno di una reazione decisa e congiunta per far fronte all'odio omicida". Sui social, gli jiahdisti scrivono "Parigi in fiamme" e "otto fratelli morti".
Giunta alla sua undicesima edizione,Paratissima si può definire una via di mezzo tra una classica fiera e un grande evento culturale che dà la possibilità a giovani artisti emergenti italiani e internazionali,che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell'arte,di acquistare visibilità; quest'anno ha sede a Torino Esposizioni e i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti: 47.568 visitatori per 5 giorni d'evento,472 iscritti e 16 gallerie di arte contemporanea e street art.
Il quesito che consiste nel tema di Paratissima di quest'anno è stato "Ordine o Caos?": <<Paratissima per noi è un tentativo di ordinare il caos,mescolando realtà diverse>> sostiene uno dei tanti organizzatori,ma l'evento si astiene dal dare una risposta,proponendo ai visitatori di determinare autonomamente cosa sia quest'esposizione,cercando una risposta da proporre al mondo attuale e che vada oltre le ricerche scientifiche e filosofiche che si sono mosse attorno a questi due poli.
Però anche in questa mostra,nata con l'intento di poter offrire a tutti una giornata gratuita dedicata alla cultura (in contrapposizione ad Artissima che è a pagamento),i visitatori devono sborsare tre euro per l'ingresso,che non è una somma esorbitante,ma ha comunque fatto nascere delle polemiche da parte degli organizzatori contro il Comune,che non può fare sconti,e,anzi,visto che l'ingresso è a pagamento,prende una percentuale sugli incassi.
Nonostante ciò gli organizzatori sostengono che questa cifra esigua non stia penalizzando molto la partecipazione alla mostra che chiuderà i battenti Lunedì 9 Novembre.
Non resta che varcare la soglia di Paratissima e lasciarsi trasportare dalla magia che circonda questa grande scatola,dove tutto diventa a portata di mano,occhi,tatto,e anche olfatto e gusto,dato che sono allestiti degli stand in cui è possibile fare uno spuntino,una merenda o una cena.
Ariel Castagneri e Giada Perziano
(abbiamo avuto dei problemi con lo spostamento delle immagini,ne avevamo parlato con l'esperto Luca Indemini)
il mondo del calcio è sconvolto ormai da anni dall'argomento della prova TV in campo, che aiuterebbe gli arbitri a gestire le partite, evitando errori e sviste. Ovviamente però, come per tutto, ci sono due correnti di pensiero:la prima, proprio quella degli arbitri, che è contro a quest'importante innovazione, essi credono infatti di perdere la loro autorità nel terreno di gioco, passando sempre più in secondo piano in quanto importanza, la seconda è formata invece dalle società e dai tifosi, che dopo anni di partite decise, alcune volte favorevolmente altre sfavorevolmente, dagli errori dei direttori di gara.
Il calcio però non è totalmente estraneo alla tecnologia in campo:tutti ricorderemo infatti che durante la finale dei mondiali 2006, vinta dagli azzurri sulla Francia, l'arbitro dovette visionare un filmato per essere certo di quanto fosse accaduto tra Zidane e Materazzi, per poi decidere giustamente di espellere il francese. 8 anni dopo, nel mondiale brasiliano dell'anno scorso, per la prima volta fu introdotta la "goal-line tecnology", una telecamera disposta sopra la traversa per fare chiarezza sui cosiddetti "goal fantasma". Nelle competizioni europee e nei campionati maggiori si è provato a risolvere il problema con l'impiego degli arbitri di porta, ovvero degli assistenti del direttore di gara piazzati di fianco alla rete, per avere una visuale migliore sui goal fantasma e su eventuali contatti in area, ma non sempre hanno dato risultati sperati, commettendo errori clamorosi. perciò credo che l'introduzione della tecnologia nel panorama calcistisco mondiale, sia solo questione di tempo.
Qui sotto uno dei casi di ''goal fantasma'' più clamorosi degli ultimi anni, giocavano Inghilterra e Germania, ottavo di finale di coppa del mondo del 2010:
Le grandi migrazioni di cui siamo tutti testimoni al giorno d’oggi ci stupiscono e talvolta ci spaventano per via del grande numero di persone che arrivano nel nostro paese, e anche perché queste persone portano con sé un bagaglio culturale molto diverso dal nostro.
Le rotte migratorie più frequentate sono sicuramente quelle che, dalle coste dell’Africa settentrionale e dalla Turchia permettono l’arrivo nei paesi europei bagnati dal mar Mediterraneo.
Queste vie hanno dunque messo in stretto contatto la nostra cultura occidentale con quella africana e musulmana.
L’elevato numero di immigrati, che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali per il loro arrivo sui barconi che rappresentano tanto la speranza quanto la morte, sta facendo parlare sempre di più del fatto che sia in atto una vera e propria colonizzazione da parte delle popolazioni dei paesi da cui provengono i maggiori flussi.
Una recente indagine statistica, effettuata da Tuttaitalia.it sulla base dei dati ISTAT, evidenzia infatti come nell’arco di tempo compreso tra il 2004 e il 1° gennaio 2015 la presenza di stranieri nel nostro paese sia aumentata di 4000000 persone.
Ma è forse così negativo entrare in contatto con culture a noi estranee? E l’evoluzione non ha forse come inizio proprio il contatto tra realtà differenti? E non è forse una comune abitudine umana la migrazione?
Possiamo affermare che siano state proprio le migrazioni, alle quali l’uomo è sempre stato solito, a produrre quegli effetti culturali e biologici che hanno smussato nell’ arco del tempo le differenze, anche genetiche, e che hanno portato alla formazione di un’unica specie umana su tutto il pianeta.
Un esempio di emigrazione nella storia lo possiamo fornire noi italiani , che tra il XIX e il XX secolo partendo dai porti del mar Mediterraneo abbiamo favorito la diffusione della nostra cultura fino nelle Americhe.
È grazie a questo fenomeno che prodotti tipici del nostro bel paese, come la pasta e la pizza, sono ora famosi in tutto il mondo, ed è sempre per questo motivo che anche la mafia, che uno dei manifesti dell’Italia, è diventata un fenomeno internazionale e quasi globale.
Molte sono state le persone che sono arrivate in Italia provenienti da altre oceano e specialmente dall’ America latina, e il racconto di chi ha vissuto l’esperienza della migrazione in un nuovo paese può aiutare a comprendere le cause e le dinamiche di questo fenomeno. La testimonianza di Antonio , 22 anni, di origine boliviana, arrivato in italia all'età di 11 anni:
Abbiamo visto dunque che i grandi spostamenti di persone in massa da parti diverse del mondo sono state una costante comune in tutta la storia e perciò la paura , i timori e i pregiudizi che spesso negli ultimi anni sono nati intorno alla figura dell’immigrato sono basati e nutriti principalmente dall’ignoranza e dalla mancanza di informazione.
Chiudere le frontiere ed impedire l’ingresso degli immigrati nei paesi europei non significa solo limitare l’arrivo di potenziali criminali o ladri ed evitare rovine economiche causate dal sovrannumero di extracomunitari, ma vuole dire anche limitare e bloccare l’evoluzione umana, che si origina proprio grazie al contatto e al confronto tra diverse culture, religioni, abitudini e tradizioni.
Spectre come molti sapranno è l’ultimo film andato in onda sul grande
schermo della ormai celeberrima serie di James Bond.
Ormai dopo circa cinquant’anni di storia siamo arrivati al ventiquattresimo
capitolo della saga, che tra l’altro è stato anche il più costoso (250 milioni
di dollari è la cifra spesa per realizzare il film) e il più lungo (148 minuti
la durata), con al centro questa spia dei servizi segreti Britannici,
interpretata negli anni da attori del calibro di Sean Connery: di Pierce Brosnan: e dell’attuale Daniel Craig: I film sono tratti da dei romanzi dello scrittore inglese Ian Fleming.Questo film offre come ci si aspettava uno spettacolo d’alta qualità:
con le ormai consuete e caratteristiche (ma mai noiose per gli appassionati)
scene d’azione mozzafiato al limite dell’impossibile e con fantastici scorci di
varie città e paesi del mondo: da una macabra ma allo stesso tempo festosa
Città del Messico nel pieno della Festa dei morti: ad una crepuscolare e magnifica Roma (dove compare anche Monica
Bellucci):
per passare poi nella gelida Austria e in Marocco.
All’appello non è però mancata la nuovissima Aston Martin
db10, marca automobilistica ormai consuetamente associata al personaggio di
James Bond a causa delle innumerevoli apparizioni fin dai primi film.
in questa seconda foto vediamo invece Sean Connery al fianco della storica Aston Martin db5:
Dopo il grande successo ottenuto nel 2014, Roberto Bolle ritorna sul palco del Teatro Regio di Torino con il celebre Galà “Roberto Bolle and Friends”.
Le date previste sono da lunedì 28 a giovedì 31 dicembre 2015. E’ un’occasione unica e imperdibile per gli amanti della danza.
Bolle grazie alla sua grande capacità di comunicare e al suo costante impegno nel sociale non si è solamente affermato a livello internazionale come ballerino, ma è diventato anche un simbolo della cultura italiana nel mondo.
Con questo spettacolo intende “Portare la grande danza a contatto con la gente: creare nuove formule per dare la possibilità a un pubblico sempre più vasto di avvicinarsi al grande balletto, con proposte di respiro internazionale”. Questa operazione culturale è stata accolta con entusiasmo e lo scorso anno a Torino ha riscontrato un enorme successo.
Bolle non ricopre solo il ruolo di interprete, ma anche di direttore artistico e riunendo alcuni dei più grandi ballerini del mondo è riuscito a creare un affascinante spettacolo in grado di coinvolgere un vasto pubblico.
Julie Kent, Daniil Simkin e Cory Steams sono solo alcuni dei grandi danzatori che si alternano sul palco insieme all’étoile del Teatro alla Scala, anche Principal Dancer dell' American Ballet Theatre di New York. Si esibiscono in pas de deux e in assoli tratti dal repertorio classico fino ad arrivare al moderno e contemporaneo.
Nella sontuosa sala del Teatro Regio si spengono le luci, il palco si illumina, viene avvolto da una magica atmosfera e Bolle con un grande salto appare imponente ai nostri occhi, in questo modo prende vita lo spettacolo.
Dopo pas de deux tratti da Excelsior, Tchaikovsky, Le fiamme di Parigi... lasciano senza fiato gli assoli di Bolle, il quale negli ultimi anni si è dedicato alla sperimentazione digitale cercando nuove sinergie tra la danza e la tecnologia: nella coreografia Throught the Light di Massimiliano Volpini i movimenti del danzatore diventano luce e immagini.
Così è terminato questo emozionante viaggio a passi di danza ... chissà quali altre sorprese ci saranno nel Galà del 2015!
Roberto Bolle e i "Friends" ci aspettano nel Teatro Regio di Torino per un buon fine anno e un inizio straordinario.