giovedì 19 novembre 2015

Il mondo a portata di mano


                             EXPO 2015 

                  IL MONDO A PORTATA DI MANO


 

146 Paesi. Più di 22.2 milioni di visitatori. 184 giorni unici e irripetibili.
 L'esposizione universale svoltasi a Milano dal 1° Maggio al 31 Ottobre è stato un vero successo.
 Il tema di fondo è stato “Nutrire il pianeta ,energia per la vita”, e ovviamente ha incluso tutto ciò che riguarda l'alimentazione, tra cui innovazioni, tradizioni e cultura di diversi Paesi e le tecnologie usate in tale ambito.

 La zona scelta per l'occasione occupava una superficie di ben 110 ettari, presentando più di quanto si potesse riuscire a vedere in una giornata, a quanto dicono alcuni visitatori. Secondo alcune stime infatti per visitarla tutta erano necessarie 36 ore, e considerato che l’orario di apertura era dalle 10 alle 23 bisognava selezionare le cose da vedere.


 
Ma come si presentava Expo 2015?
 Principalmente era organizzato in 5 aree tematiche:
 -Padiglione Zero,che raccontava in breve la storia dell'uomo attraverso il suo rapporto col cibo



 -Future Food District,dedicata alla tecnologia alimentare
 -Children Park, spazio rivolto ai bambini per farli conoscere, divertendosi
 - Parco della Biodiversità,  un grande giardino in cui veniva riprodotta la varietà degli ecosistemi che si trovano sul nostro Pianeta
 -Arts&Foods, una straordinaria mostra al Palazzo della Triennale di Milano.


In totale quindi si potevano visitare 5 padiglioni tematici, 55 padiglioni self-built,cioè che ospitavano ciascuno un unico Paese che aveva provveduto personalmente a disegnarlo e costruirlo, e 9 cluster, che raggruppavano invece più Paesi e temi diversi. Inoltre ve ne erano anche alcuni dedicati ad aziende corporate e organizzazioni.

Ma è interessante vedere invece quali siano stati i riscontri dei visitatori, in particolare i difetti da loro trovati.

  • Le code,il primo grande difetto che ha fatto polemizzare:
 Ore interminabili di attesa a partire dall'ingresso totalmente all'aperto, senza protezione alcuna da intemperie o sole schiacciante fino ai padiglioni. Diamo qualche numero? Mediamente quattro o cinque per il solo Padiglione Italia, con una fila lunga diverse centinaia di metri che si snodava come un enorme serpente fino all'intersezione tra Cardo e Decumano.

 Non si trattava però della coda più lunga: se i tempi erano all'incirca gli stessi in altri padiglioni particolarmente affollati ,come, ad esempio, quelli degli Emirati Arabi, del Brasile, della Cina, del Marocco, del Kazakistan, il record di cui siamo testimoni spetta al Giappone: ben otto ore di coda. «Si fa prima ad andare direttamente in Giappone», ironizza qualcuno. Per il resto era impresa ardua riuscire ad entrare in un qualsiasi altro padiglione senza dover aspettare almeno un'ora (a meno che non si aveva, nel passeggino, un bimbo di età inferiore ai 2 o 3 anni!).

  •   Secondo problema: la disorganizzazione
 Non pochi hanno riscontrato problemi nell'orientarsi, costretti quindi a ricercare disperatamente una mappa guida o un addetto del personale di servizio per chiedere informazioni. Per non parlare dei costi esorbitanti di cibi o gadget di ogni genere!
  • E ancora:contenuti deludenti
  Molto fumo e poco arrosto. Padiglioni stupendi  da vedere e poveri da visitare, contenuti scarsi e  che non giustificano le code di attesa per  visitarli. Ma forse, le aspettative erano semplicemente troppo alte. Il vero problema , infatti, è che non è arrivato il messaggio finale di tutta l'esposizione. Uno dei tanti obbiettivi dell'Expo era anche quello di voler sensibilizzare le masse sulla questione del cibo, del nutrimento del pianeta,della conservazione dell'acqua, e della protezione degli umani. Ma  tutto questo è stato percepito solo come un secondo fine,una maschera per altri scopi. E allora le domande che è inevitabile porsi sono molte: qual è il discorso? Il cibo non è mai una metafora. O c’è o non c’è. Quale era il vero intento? Produrre, vendere, consumare, condividere? Con chi?

 Parole forti queste, ma che fanno sicuramente riflettere sui lati nascosti di Expo 2015, su ciò che non viene detto e tenuto nascosto.

 Anna, turista svedese di 32 anni ammette: «Il mio paese è tra quelli non presenti a Expo, mi spiace molto, ma in generale i padiglioni sono numerosi ed alcuni davvero belli. Ho la sensazione però che il fine ultimo dell’operazione sia soltanto commerciale, non faccio altro che riconoscere grandi marchi ovunque. Mi aspettavo qualcosa di più mirato sulle piccole produzioni artigianali».

Insomma, non mancano certo le critiche!
Ma in ogni caso,nel bene o nel male, Expo 2015 continua a far parlare,

 

Il 31 Ottobre si è infatti tenuta la cerimonia di chiusura ufficiale,e moltissimi sono stati i commenti lasciati: come quello del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che ha parlato di "sfida vinta dall'Italia unita in un impegno comune".
E non manca un vero e proprio auspicio raccolto dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha sottolineato come “adesso, vinta questa sfida, se ne apre già un’altra,sul ‘dopoExpo' abbiamo le idee chiare: un grande e moderno campus universitario con le residenze per gli studenti, poi strutture per l’innovazione e la ricerca. Inoltre io ho proposto al governo di fare qui l’Agenzia nazionale per la tutela e la qualità dei prodotti agroalimentari, un’agenzia che c’è negli altri Paesi ma non in Italia: facciamola qui e questo sarà il nostro lascito dopo l’Expo” .
Che sia tutto vero? Difficile a dirsi.
Inoltre non bisogna dimenticare i premi 'ufficiali' assegnati ai migliori padiglioni e tutti gli altri progetti pensati per il futuro. Tanti sono infatti le proposte, ma di certo ancora poco. Nel frattempo, noi non possiamo fare altro che incrociare le dita , perchè nonostante tutto, la celebre esposizione internazionale  ha portato notevoli vantaggi e benefici a Milano,ritenuta tra l'altro ' una città più interessante ' dopo questa sensazionale esperienza.
















   Posella Michela
   (le foto presenti nell'articolo sono proprie dell'autrice)

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